C’è anche il Covid-19, considerato come un “minuscolo soldato” inviato sulla terra per punire la miscredenza, tra le carte di una vasta operazione antiterrorismo svolta questa mattina tra la Provincia di Bari e quella di Cuneo. Quattro gli arrestati, Yljan Muca, 31 anni, Roland Leshi, 37 anni, Elsio Ramku, 33 anni, Roland Belba, 37 anni, tutti cittadini di origine albanese ma da anni residenti tra Bari, Adelfia e Rutigliano. Secondo l’impostazione accusatoria della Polizia di Stato i quattro avrebbero foraggiato cellule terroristiche oltre all’istigazione a delinquere aggravata. Al lavoro agenti della Digos della Questura di Bari e la DDA barese dopo un’indagine partita nell’aprile del 2020 anche sulla base di informative dell’AISI, l’agenzia che si occupa del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica.
Le lunghe e complesse indagini hanno fatto emergere gravi indizi nei confronti dei quattro albanesi che, avrebbero raccolto e inviato denaro per finanziare in Albania l’attività terroristica dell’Imam della Moschea a Kavaje di Tirana, Genci Abdurrahim Balla, ritenuto vicino all’associazione Isis Daesh e già condannato a 17 anni di reclusione per aver reclutato decine di combattenti inviati in Siria.
Il 31enne Muca sarebbe stato il promotore, nell’ambito della Comunità Islamica di Bari, di una iniziativa di raccolta di denaro, mentre Leshi e Ramku avrebbero avuto il ruolo di intermediari e Belba, cognato di Muca, con la complicità di altre due persone in Albania, avrebbe materialmente trasferito i soldi attraverso canali non tracciabili e, in un caso, trasportando il denaro in un borsone nascosto in un camion a bordo di un traghetto. Negli ultimi due anni sono stati documentati viaggi ogni due mesi. I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra maggio e luglio 2020. Al 31enne è contestato anche il reato di apologia di terrorismo per aver diffuso tramite una chat whatsapp, la stessa sulla quale avrebbe lanciato la raccolta di denaro, il link di un video sull’arresto di 40 sospetti affiliati all’Isis.
Per le indagini sono state utilizzate moderne tecniche di monitoraggio delle comunicazioni via web, associate a capillari controlli del territorio.