Stanchi, impoveriti, arrabbiati. Quasi al punto, dicono, di preferire di morire di Covid piuttosto che di fame. Una provocazione che però rende bene l’idea del loro stato di esasperazione. Sono il popolo delle partite Iva che, questa mattina si è dato appuntamento a Bisceglie, davanti a Palazzo di Città, per accendere i riflettori sul dramma che, da oltre un anno, sta colpendo non una ma tante categorie (come commercianti, parrucchieri ristoratori) travolte dalla crisi economica scatenata dalla pandemia. Una protesta pacifica e spontanea, nata dalla disperazione e non dai sindacati.
Lo definiscono un “lockdown all’italiana”: alcune attività regolarmente aperte e altre costrette a tenere le saracinesche abbassate, nonostante gli sforzi fatti per adeguarsi alle misure anti Covid. Un’ingiustizia che sta scatenando la rabbia delle categorie più penalizzate oltre ad alimentare anche il lavoro nero.
Non vogliono elemosine dallo Stato ma aiuti economici concreti per tante famiglie e, più di ogni altra cosa, chiedono di poter tornare a fare il loro lavoro prima che sia troppo tardi.