Secondo il gip del Tribunale di Bari avrebbe “un’indole violenta” e avrebbe potuto provocare ulteriori vittime. Sono alcune delle motivazioni riportate nella convalida dell’arresto nei confronti di Antonio Marzocca, il 38enne barese accusato di aver ferito con colpi di pistola il cugino coetaneo Fabio De Marzo, al culmine di un litigio avvenuto nel quartiere San Paolo, a Bari, il 1 aprile scorso. L’uomo pertanto resta in carcere ed è accusato di tentato omicidio, minacce, ricettazione, detenzione e porto illegale di arma da fuoco. L’uomo prima ha fornito delle dichiarazioni spontanee alla Polizia, poi ha confessato davanti al giudice riportando quando già visto nelle immagini di video sorveglianza che hanno ripreso l’intera scena. Ai magistrati Marzocca ha riferito che “non aveva intenzione di ucciderlo”, ma quando, durante il litigio, De Marzo aveva afferrato sua moglie dal collo facendosi scudo con il corpo della donna per tentare di evitare i proiettili, “non ci vide più. In quel momento – si legge nell’ordinanza – gli scattò qualcosa nella testa”. Secondo il giudice, però, “se è vero che De Marzo, attraverso le sue escandescenze, provocò pesantemente Marzocca, è anche vero che quest’ultimo impugnò la pistola ben prima che l’altro stringesse il collo di sua moglie”. Per il gip, quindi, l’obiettivo dell’aggressore “era la morte” del cugino. Inoltre, “l’indole violenta” dell’indagato “priva di freni inibitori” sarebbe dimostrata dal fatto che “esplose più colpi – ricostruisce il gip – senza dimostrare alcun cedimento” anche quando il cugino era già a terra e “nonostante la presenza in strada di più persone, il che avrebbe potuto anche determinare ulteriori vittime da colpi di rimbalzo o erroneamente diretti”.