Unità immobiliari, terreni, un’azienda agricola e disponibilità finanziarie: un patrimonio a sei zeri quello sottratto definitivamente dallo Stato ad un 50enne pregiudicato di Minervino Murge, Vincenzo di Bisceglie, con alle spalle una carriera criminale nell’ambito delle rapine e degli assalti agli sportelli automatici.
Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla Core d’Appello di Bari, sezione Misure di Prevenzione, ed eseguito dagli agenti della Direzione Investigativa Antimafia di Bari dopo che, già nel novembre 2019, era scattato il sequestro relativo agli stessi beni.
Coinvolto fin dagli anni ’90 in indagini su furti e riciclaggio, l’uomo era stato raggiunto nel giugno 2018 da un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Potenza, con l’accusa di aver rubato una grossa somma di denaro da uno sportello automatico di Rionero in Vulture, in Basilicata, fatto saltare in aria con l’esplosivo.
Gli inquirenti hanno accertato la netta sproporzione tra i redditi dichiarati dall’indagato e dal suo nucleo familiare e gli investimenti fatti. Inoltre il 50enne – spiega in una nota la Direzione Distrettuale Antimafia – è stato riconosciuto come soggetto connotato da pericolosità sociale, in relazione al suo coinvolgimento in diverse indagini che hanno fatto luce su un gruppo criminale specializzato in furti, spesso messi a segno con l’uso di ordigni, in Puglia e Basilicata.
Il provvedimento di confisca riguarda 46 unità immobiliari, in prevalenza appezzamenti di terreno seminativi ed una fiorente azienda zootecnica, con sede nella Bat, che si occupava anche di coltivazione di cereali. Beni dal valore complessivo di oltre 2 milioni di euro.