Dopo 3 anni 4 mesi di detenzione, tra carcere e domiciliari, Antonio Savasta torna in libertà. Così hanno deciso i giudici della Corte d’Appello di Lecce, disponendo la sostituzione della misura cautelare in atto, con l’interdizione dai pubblici uffici per l’ex pm di Trani, condannato a 10 anni, in primo grado, nel processo scaturito dall’inchiesta sulla “giustizia svenduta” al Tribunale di Trani, tra il 2014 ed il 2018.
I giudici si sono anche riservati di decidere in merito all’eccezione di competenza sollevata dagli avvocati dell’ex pubblico ministero Luigi Scimè, con relativa richiesta di trasferimento degli atti alla Procura di Potenza. Questo sulla scorta dell’annullamento della sentenza del processo gemello, a carico dell’ex gip Michele Nardi.
Il primo aprile scorso, infatti, la Corte d’Appello salentina, dichiarando la propria incompatibilità territoriale, in favore della Procura di Potenza, ha annullato la sentenza di primo grado con la quale il giudice Nardi era stato condannato dal Tribunale di Lecce a 16 anni e 9 mesi di reclusione, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari.
La decisione della Corte d’Appello è attesa il prossimo 31 maggio. La Procura leccese si è opposta al trasferimento, ritenendo che il processo debba celebrarsi a Lecce.