Otto avvisi di conclusione delle indagini sono stati notificati dalla Guardia di Finanza a 5 dipendenti comunali e 3 responsabili aziendali, per una presunta truffa nelle gare d’appalto per la raccolta e la gestione dei rifiuti in alcuni Comuni del Barese.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di turbativa d’asta e falso ideologico.
L’attività investigativa, partita nel 2018, ha permesso di ricostruire quello che, secondo la Procura di Bari, era un vero e proprio sistema finalizzato all’illecita partecipazione e all’aggiudicazione di gare d’appalto, del valore complessivo di circa 120 milioni di euro, da parte di una azienda campana, la Ecologia Falzarano Srl, con sede ad Airola, in provincia di Benevento.
Secondo l’ipotesi accusatoria, l’amministratore unico della società e due suoi collaboratori avrebbero turbato la procedura di gara indetta dal Comune di Monopoli, per l’affidamento del servizio di raccolta e trasporto rifiuti in quattro comuni: oltre a Monopoli, Conversano, Polignano a Mare e Mola di Bari. Una frode realizzata grazie alla complicità dei dipendenti comunali.
Questi ultimi avrebbero omesso intenzionalmente, nelle fasi dei controlli, di segnalare la sussistenza di una serie di esposizioni debitorie con il fisco e con gli enti previdenziali, da parte della società affidataria, anziché escluderla dalla gara.
Nello specifico, in base a quanto ipotizzato dalla Procura, i Rup (responsabili unici del procedimento) dell’ARO BARI 8 e dei Comuni di Monopoli e Conversano, in concorso con i rispettivi direttori esecutivi del contratto d’appalto, avrebbero attestato la regolarità dei requisiti di legge. Questo pur essendo perfettamente a conoscenza dell’esistenza di irregolarità fiscali e contributive a carico della Ecologia Falzarano. La società è nel frattempo fallita, mentre i titolari sono stati arrestati nel gennaio scorso con le accuse di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e reati fiscali.