Con il prelievo della Santa Manna e la festa, comunemente chiamata, dei baresi si concludono le celebrazioni in onore del Santo Patrono, San Nicola. Una festa interamente dedicata alla speranza che il conflitto in Ucraina possa terminare il prima possibile. “Il dramma della vicina guerra tra cristiani ci obbliga a riflettere profondamente: dove è andato a finire Cristo?” ha detto, in un passaggio della sua omelia, monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, durante la messa per San Nicola, nella Basilica di Bari.
Dopo aver ripercorso la storia della traslazione delle ossa del Santo di Myra, “ponte tra Oriente e Occidente”, la celebrazione si è conclusa, come da tradizione, con il prelievo della Santa Manna, l’acqua purissima che si forma nella tomba di San Nicola e che, per i fedeli, viene proprio dalle sue ossa. Un vero e proprio miracolo per i credenti che celebra, quest’anno, il 935esimo anniversario della traslazione del Santo, avvenuta proprio il 9 maggio del 1087, e chiude le tre giornate di riti religiosi in occasione della festa del Santo Patrono, ricche di tradizioni e soprattutto di gente, che ha popolato la città del capoluogo pugliese.