Una pesante tegola sulle speranze di rivedere al più presto nuovamente funzionante la Piscina Comunale di Andria dopo praticamente tre anni di completa chiusura. E’ stata revocata, infatti, l’aggiudicazione definitiva e dunque la concessione del servizio di gestione dell’impianto alla Sport Management spa di Verona che aveva vinto la gara d’appalto nel giugno del 2019 per «cause imputabili alla stessa ditta», come si legge nella determinazione dirigenziale a firma dell’Arch. Sarcinelli. Circa 80mila euro sarebbe stato il canone annuale di concessione offerto dall’aggiudicatario, canone che tuttavia non sarà mai versato anche perchè da tre anni si attendeva di stipulare il contratto. Una decisione, quella dell’ente comunale, che era già nell’aria come avevamo anticipato qualche settimana fa.
Ma la storia della Piscina Comunale, tuttavia, ha radici ben più profonde con una vicenda giudiziaria che vede protagonista l’ente ed il vecchio gestore, la Planet Andria, che sin dall’inaugurazione della struttura, ormai 15 anni fa, aveva avuto la concessione dell’impianto. Poi il bando e l’assegnazione con la speranza di aver chiuso nel 2019 un capitolo particolarmente spinoso. Ma, difatto, da agosto di quell’anno, nulla è cambiato. Tra le motivazioni che hanno portato alla revoca della concessione c’è anche quella che la ditta veronese è passata in concordato preventivo già nel 2020 ed in questi lunghi due anni di pandemia non è riuscita a far ripartire appieno la propria attività.
La ditta si è resa disponibile ad una “consegna provvisoria della struttura con contestuale subentro di altra compagine con tutti i requisiti previsti nella documentazione di gara”, proposta questa non perseguibile secondo la stazione appaltante e cioè il comune. La stessa ditta, in verità, aveva già contestato dopo alcuni mesi dall’aggiudicazione, aveva lamentato alcune incongruenze della struttura rispetto al bando. Caldaie, deterioramento delle piscine, mancato funzionamento del riscaldamento ed altro. L’ente comunale, nell’ultimo periodo, aveva però cercato di superare alcune criticità riattivando anche la fornitura di gas con la speranza di poter arrivare al più presto alla riapertura. Anzi ci si era spinti anche oltre immaginando che l’inizio del 2022 potesse essere il momento buono per la firma vera e propria dell’affidamento e la ripartenza. Ma le cose si sono complicate ancor di più sino alla revoca arrivata ieri sera.
Ora l’unica via appare quella di un nuovo bando che, tuttavia, porterà con se diversi altri mesi di stop, altri danni e deterioramento della struttura. Per questo si sta cercando delle forme di finanziamento per la ristrutturazione magari attraverso i fondi del Pnrr.