Sono arrivate questo pomeriggio nel porto di Bari, trasportate da una motovedetta della Guardia Costiera, le salme delle 5 persone morte nell’affondamento di un rimorchiatore, avvenuto ieri sera a largo della costa barese.
I cadaveri sono stati trasferiti in obitorio e nelle prossime ore saranno sottoposti ad autopsia, da parte del medico legale Francesco Introna.
Le vittime erano tutti membri dell’equipaggio: due pugliesi (di Molfetta e Terlizzi), due marchigiani ed un cittadino tunisino. I loro corpi sono stati recuperati in mare, dopo ore di ricerche.
L’unico sopravvissuto al disastro è stato il comandante, il 63enne siciliano Giuseppe Petralia, tratto in salvo a tarda notte e adesso ricoverato presso l’ospedale “Di Venere” di Bari. Le sue condizioni di salute non sarebbero gravi.
Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta da parte della Procura del capoluogo. Le ipotesi di reato sono di naufragio e omicidio colposo. Le indagini, affidate alla Capitaneria di Porto, sono coordinate dal procuratore Roberto Rossi assieme alla sostituta di turno, Luisiana Di Vittorio.
Il lavoro degli inquirenti servirà a far luce sulla tragedia, accaduta a circa 50 miglia dalla costa barese, in un punto al limite tra le acque italiane e quelle croate. Partito da Ancona, il rimorchiatore “Franco P.” era diretto in Albania. Stava trainando un pontone, piattaforma galleggiante che sarebbe servita per dei lavori marittimi nel porto di Durazzo.
Dopo l’affondamento, un altro rimorchiatore che si trovava in zona ha recuperato il pontone alla deriva per poi mettersi in viaggio verso le coste pugliesi. Gli 11 uomini a bordo del secondo natante, oltre al comandante superstite, sarebbero gli unici testimoni oculari del naufragio.