Cinque rinvii a giudizio ed un patteggiamento. È quanto ha disposto il gup del Tribunale di Foggia, Giuseppe Ronzino, al termine dell’udienza preliminare del processo sulla morte di Marco Ferrazzano, il 29enne foggiano il cui cadavere venne ritrovato il 22 gennaio 2021 sui binari, lungo la tratta ferroviaria Foggia-San Severo.
Un suicidio, secondo l’ipotesi investigativa: il ragazzo si sarebbe lanciato sotto un treno perché vittima di bullismo.
Dei sei giovani imputati, di età compresa tra i 21 ed i 24 anni, solo uno ha chiesto ed ottenuto il patteggiamento ad un anno di reclusione e 600 euro di multa. Gli altri cinque andranno a processo, con le accuse, a vario titolo, di atti persecutori aggravati, cyberbullismo, truffa e diffamazione.
Tra loro ci sono anche Antonio Bernardo e Antonio Pio Tufo, attualmente detenuti in attesa di giudizio per la sanguinosa rapina avvenuta il 17 settembre 2020 in un bar di Foggia, e costata la vita al titolare, Francesco Traiano, ucciso a coltellate.
Il rinvio a giudizio era stato richiesto dalla Procura del capoluogo dauno, che sulla vicenda del giovane suicida aveva avviato una indagine per far luce sui motivi che lo hanno spinto al folle gesto.
Dagli accertamenti è emerso che il 29enne aveva subito ripetutamente atti di bullismo e violenze fisiche e psicologiche ad opera di alcuni ragazzi che incontrava nella zona di Parco San Felice e nel quartiere Candelaro, luoghi abitualmente frequentati dalla vittima.
Spesso il giovane rientrava a casa con lividi ed escoriazioni, a causa delle aggressioni subite dai bulli, a volte filmate anche con i telefonini, con i video che venivano fatti circolare sui social.
Una triste storia di vessazioni e umiliazioni, finita il pomeriggio del 22 gennaio 2021, quando il corpo senza vita del 29enne è stato trovato sui binari.
La prima udienza del processo ai suoi presunti aguzzini è stata fissata per il mese di settembre.