30 giugno, giorno di scadenza dei contratti, di addii e di speranze. Data che ha un significato diametralmente opposto per due giocatori che hanno avuto un ruolo di rilievo nella stagione del ritorno del Bari in Serie B: Valerio Di Cesare e Nicola Citro. Il primo da capitano, capace di rialzarsi dopo il brutto infortunio al ginocchio rimediato a fine ottobre sul campo della Virtus Francavilla, e di rimettersi in discussione nonostante le 39 primavere sulla carta d’identità. Il secondo da uomo in più della seconda parte di stagione dopo un’estate e un autunno passati a rincorrrere la migliore condizione dopo il crack al crociato. Fino al gol della vittoria nel 2-1 contro la Virtus Francavilla – club che lega i due giocatori – al San Nicola, una delle reti più iconiche della stagione, e alla doppietta di fine stagione nella poule Scudetto contro il Modena. Nel giorno che coincide con la fine dell’annata sportiva, i due si avvicinano con stati d’animo diametralmente opposti.
Nelle prossime ore infatti Di Cesare prolungherà di un altro anno il suo legami con il club in cui ha giocato 163 partite tra il 2015 e il 2017 e dal 2018 ad oggi, con 13 gol, alcuni dei quali decisivi. Record di longevità personale nello stesso club. Dalla Serie B alla Serie B, la stessa persa nel 2017 che però non l’aveva fatto allontanare da Bari. Nell’ultima conferenza il difensore romano aveva ammesso la sua volontà di giocare per un altro anno, precisando di essere arrivato a un momento della vita e della carriera in cui non si gioca per i soldi ma per amore dello sport. Al ds Polito e all’allenatore Mignani sono piaciuti tanto il suo spirito e il ruolo di uomo spogliatoio. L’accordo è cosa fatta e manca solo l’annuncio ufficiale.
Ci sarà invece tanta gratitudine da parte della piazza nella valigia che Nicola Citro porterà via da Bari. In due stagioni, complice tanta sfortuna, ha messo insieme 4 gol e 3 assist in 27 presenze. La sua avventura in biancorosso però non proseguirà. Resta il film di una stagione, l’ultima in biancorosso, vissuta come un premio alla pazienza. Una dote che ha accompagnato Citro lungo la prima parte di stagione. Trascorsa tra la riabilitazione, la prima convocazione a fine settembre e cinque panchine prima dei tre scampoli di gioco contro Foggia, Virtus Francavilla e Juve Stabia. Totale? 31 minuti nelle prime 27 giornate di campionato. Con ben 13 panchine da metà novembre a metà febbraio. Passando per la finestra invernale di mercato, dove Citro aveva chiesto di restare, pur da ultimo nelle gerarchie. I frutti sono arrivati con la primavera e con sei presenze di fila in questo finale di stagione. Incidendo e chiedendo con le giocate la conferma su un contratto in scadenza. E sui titoli di coda.