C’è l’ombra della “Società Foggiana”, la mafia che controlla le attività criminali nel Tavoliere, dietro una serie di estorsioni messe in atto ai danni di alcuni commercianti del capoluogo dauno. È quanto emerso da un’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, e che ha portato all’arresto di 9 persone, 4 finite in carcere e 5 ai domiciliari, su ordine del Gip del Tribunale di Foggia.
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica, è partita da un episodio accertato di estorsione con il metodo del cosiddetto “cavallo di ritorno”. Vale a dire la sottrazione di un bene, da parte di gruppi malavitosi, con conseguente richiesta di soldi alla vittima per ottenerne la restituzione.
Nel corso delle indagini, gli investigatori hanno ricostruito numerosi episodi di furti e taglieggiamenti nei confronti di titolari di attività commerciali foggiane, costretti a corrispondere all’organizzazione somme di denaro a titolo di “protezione”, per non incorrere in attentati e ritorsioni.
Il lungo lavoro degli inquirenti ha portato anche al sequestro di armi e munizioni nella disponibilità di alcuni degli indagati, tutti ritenuti vicini alla mafia foggiana.
Oltre ai 9 arresti, nel corso dell’operazione, condotta in collaborazione con il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata di Bari ed i Baschi Verdi, sono state eseguite anche diverse perquisizioni nelle abitazioni di pregiudicati, nel rione Candelaro ed in altri quartieri della città.
Gli arrestati sono ritenuti responsabili dei reati di estorsione, furto, ricettazione e detenzione illecita di armi.