“Sono pentito, non volevo uccidere nessuno. Avrei fatto meglio ad uccidermi io”. Con queste parole ha confessato il 45enne di Trinitapoli Giuseppe Rendina, in carcere per l’omicidio di Gerardo e Pasquale Davide Cirillo, padre e figlio di 58 e 27 anni, assassinati il 31 luglio scorso nelle campagne tra Cerignola e Manfredonia.
Il killer è stato ascoltato per oltre due ore dal pubblico ministero, Alessio Marangelli, ricostruendo i fatti che hanno portato al duplice delitto. Rendina ha raccontato di aver contratto un debito di circa 20mila euro con Gerardo Cirillo, nel marzo scorso, per fronteggiare alcune problematiche familiari. In base agli accordi presi al momento del prestito – secondo quanto riferito dall’uomo – Rendina avrebbe dovuto gratuitamente lavorare nelle campagne dei Cirillo e, di volta in volta, con i proventi delle vendite di carciofi avrebbe saldato il suo debito.
Tuttavia, il giorno dell’omicidio, Gerardo Cirillo avrebbe preteso il saldo completo del debito entro 24 ore, generando un’accesa discussione, finita tragicamente.
Rendina avrebbe ucciso prima il 27enne con una pistola che aveva nascosto precedentemente sotto un albero, per poi mettere il cadavere sotto alcuni tubicini per l’irrigazione.
Nel pomeriggio, il padre è tornato in campagna. Quando il killer lo ha visto arrivare a bordo di un’auto, ha sparato ancora, uccidendolo sul colpo. Dopo aver fatto perdere le proprie tracce per qualche giorno, l’uomo venne arrestato dalla Polizia lo scorso 4 agosto in un appartamento di Trinitapoli.