Un provvedimento che dovrebbe incentivare gli interventi edilizi sul territorio andriese, e rappresentare uno slancio per il settore. Le norme tecniche di esecuzione legate al piano regolatore generale, che ad Andria risale al 1995, sono state approvate ieri dal consiglio comunale. La maggioranza di centrosinistra si è mostrata compatta nelle votazioni ai numerosi emendamenti presentati dagli uffici, nell’avversare gli ancor più numerosi emendamenti presentati dall’opposizione di centrodestra e nel voto finale che ha approvato le cosiddette NTE.
Un provvedimento perfettibile, è stato definito così dalla stessa maggioranza, ma importante come hanno avuto modo di definirlo anche le opposizioni. Se l’ex candidato sindaco dei 5 stelle Michele Coratella, pur astenendosi, ha definito positivo il provvedimento, l’ex candidato sindaco di Centrodestra Scamarcio si è addirittura lanciato in lodi all’assessore Curcuruto.
Sibillina la dichiarazione del consigliere Luigi Del Giudice, che ci avrebbe scommesso sul fatto che il primo provvedimento importante di questa amministrazione sarebbe stato in materia urbanistica. Argomento molto complesso e difficile: il dibattito in aula si consuma infatti tra pochissimi, mentre i molti altri consiglieri comunali erano chiamati a far registrare la propria presenza fino all’ultimo. E l’ultimo è arrivato alle 4 di notte. L’approvazione delle norme tecniche di esecuzione rappresenta una variante domestica, un percorso alternativo, alla variante urbanistica perché non avrà bisogno di autorizzazione regionale e sarà presto esecutiva.
Dopo 28 anni dall’approvazione del PRG, si snelliscono alcune pratiche burocratiche ma soprattutto si risolvono alcune criticità ataviche del piano regolatore: si eliminano alcune zone a servizio insistenti su beni privati. Con la riperimetrazione si dà il via libera alla realizzazione edilizia in ambiti più stetti: con lotti minimi si potrà edificare evitando le impossibili convenzioni con il comune da parte di una moltitudine di proprietari di suoli.
Ma l’intervento forse più importante è quello che riguarda le famose B3 di recupero: qui l’amministrazione può a buon titolo dire di essere riuscita ad arrivare lì dove le precedenti amministrazioni non erano giunte: si tratta di quelle zone residuali, in genere piccole proprietà, che non avevano possibilità di realizzare non disponendo degli spazi necessari per gli standard. Ora, pur pagando le urbanizzazioni si potrà realizzare anche senza che sia possibile ottenere i servizi.