Gli estorsori non si sono accontentati di chiedergli il pizzo. Volevano obbligarlo a chiudere completamente la sua attività, in modo da poter allargare il negozio accanto, gestito da uno di loro. Sono andate avanti per mesi, con minacce, violenze e atti intimidatori, le pressioni esercitate da un gruppo criminale nei confronti di un commerciante tranese. Nove le persone arrestate, all’alba di questa mattina, nel corso di un’operazione eseguita dai Carabinieri del Comando provinciale della Bat.
5 sono finite in carcere e 4 ai domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura. L’ultimo atto di un’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, avviata nel dicembre 2020, dopo il misterioso incendio che distrusse l’auto del titolare di un’attività commerciale del centro cittadino.
A seguito di quell’episodio, già nel maggio 2022, vennero arrestate tre persone: l’andriese Riccardo Regano, di 58 anni, il 56enne barlettano Angelo Lombardi ed il 58enne barese Giuseppe Fiore, destinatari anche del provvedimento cautelare eseguito oggi.
Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, il rogo, di chiara matrice dolosa, venne appiccato per ritorsione nei confronti del commerciante, che si era rifiutato di cedere ad una richiesta di denaro, risalente all’estate del 2020. Soldi destinati a garantire assistenza ad alcuni detenuti.
Le estorsioni si sarebbero poi protratte nel tempo, con l’intervento di altri due soggetti, attualmente indagati. Le pretese del gruppo criminale, secondo l’ipotesi accusatoria, non si sono limitate solo al “pizzo” ma puntavano a convincere il negoziante a chiudere la sua attività commerciale, in modo da poter espandere il locale di quella accanto, riconducibile ad uno degli arrestati.
Il blitz di oggi, che ha visto impegnati una cinquantina di militari dell’Arma, rappresenta il secondo capitolo dell’inchiesta “Medusa”, culminata nel luglio 2021 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 persone.
Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, dei reati di estorsione, tentata e consumata, incendio, violenza e minacce, con l’aggravante del metodo mafioso.