Nove punti in otto giorni. Non è una cura dimagrante ma la ricetta che estende le ambizioni del Bari di Michele Mignani. Che domenica sera, dopo il sofferto 1-0 di Ascoli, si è ritrovato al secondo posto in classifica, quello che vale la promozione diretta, in attesa del posticipo tra il Genoa, temporaneamente terzo e a -2 , e il Cosenza. Prospettive che forse nemmeno il più accanito tra i tifosi biancorossi avrebbe pronosticato in estate, quando la famiglia De Laurentiis aveva ribadito a chiare lettere l’obiettivo stagionale: una tranquilla salvezza, poi si vedrà. Quel “poi si vedrà” ha assunto nel corso dei mesi una denominazione ben precisa: promozione. Non più un orizzonte sulla carta invalicabile ma un obiettivo concreto quando a fine stagione mancano 10 giornate. E il Bari, con i 49 punti ottenuti in 28 turni, ha dimostrato con i fatti di potersi sedere al tavolo dei grandi. Anche quando non è bello o brillante come nel girone di andata ma sa vincere esibendo concretezza e maturità, blindando la porta e capitalizzando gli episodi: lo ha fatto a Brescia, lo ha ribadito contro il Venezia, si è ripetuto ad Ascoli. Dove dopo un primo tempo in apnea la squadra ha approfittato dell’espulsione di Falasco ed è stata glaciale, come l’esecuzione di Cheddira dal dischetto, nel difendere il risultato. E alla fine è stata festa, sulle note di Lucio Battisti, che domenica 5 marzo avrebbe festeggiato 80 anni. In fondo, come definire tutto questo se non come “emozioni”?
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