La didattica, ai tempi del Covid, ha frequentato poco le aule scolastiche pugliesi e molto di più quelle dei tribunali. E ancora una volta i giudici hanno dato ragione al presidente della Regione.
Lo ha fatto anche il Consiglio di Stato, rigettando la richiesta di sospensione, presentata da due associazioni di genitori, dell’ordinanza regionale che sancisce la libertà di scelta tra lezioni a distanza e in presenza.
Sorride Michele Emiliano, che incassa la seconda sentenza favorevole in meno di una settimana, dopo quella che, il 20 maggio scorso, era stata emessa dal Tar Puglia, che per primo aveva rigettato l’impugnativa.
Il provvedimento oggetto del ricorso è quello firmato dal governatore il 23 aprile scorso e valido sino alla fine dell’anno scolastico, fissata per l’11 giugno: consente, in pratica, ad alunni e famiglie di chiedere ed ottenere la didattica digitale integrata per via dei rischi sanitari connessi all’emergenza Coronavirus.
Una decisione, quella presa dal presidente Emiliano, ben accolta da alcuni e fortemente osteggiata da altri, come nel caso di due associazioni di genitori che avevano deciso di impugnare l’ordinanza, nel tentativo di obbligare alla presenza fisica in classe anche gli studenti le cui famiglie avevano optato per la didattica a distanza.
Ma proprio come il Tar, anche il Consiglio di Stato ha rigettato la richiesta di sospensione, fissando l’udienza di merito al prossimo 24 giugno.
Nel decreto che ha respinto il ricorso, il presidente della terza sezione Franco Frattini, ribadisce l’insussistenza di un danno per le famiglie, in quanto in Puglia la didattica in presenza continua ad essere regolarmente assicurata. In sostanza, l’ordinanza non impone ai genitori le lezioni a distanza ma consente la didattica digitale integrata laddove ci sia una specifica richiesta.
Una sentenza che segue completamente la linea tracciata, in piena pandemia e di fronte alla possibilità di diffusione delle varianti, dal presidente Emiliano, secondo il quale “in situazioni di pericolo grave e straordinario, è diritto delle famiglie degli studenti tutelare il proprio ambito familiare da eventuali rischi di contagio”.