Ha generato dibattito la gestione degli ultimi 180 minuti di campionato in casa Bari. I pareggi per 1-1 contro Cittadella e Modena hanno matrici simili: squadra che passa in vantaggio dopo un avvio di gara senza premere sull’acceleratore, avversario che prende coraggio man mano che Maita e compagni abbassano il baricentro e riesce a pareggiare nel quarto d’ora finale su un pallone inattivo: Maistrello sugli sviluppi di un corner per il Cittadella, Diaw su rigore per il Modena. Nel mezzo fanno discutere anche le scelte a gara in corso di Michele Mignani. Dopo aver tirato fuori tante volte il coniglio dal cilindro, l’allenatore nelle ultime due occasioni ha optato per la via della prudenza. In particolare a Modena, dove la scelta di sottrarre qualità richiamando nell’ordine Botta, Cheddira, Esposito, Benedetti e Benali in nome di un robusto 5-3-2 non ha pagato. Massimo Brambati, ex compagno di squadra di Mignani alla Lucchese e stimato commentatore televisivo, ricorda però i traguardi raggiunti dal Bari nell’ultimo biennio.
La valutazione degli ultimi due turni di campionato, è il concetto, non deve far passare in secondo piano la mole di lavoro realizzata da Mignani da luglio del 2021 ad oggi. Un percorso, come ricordato dallo stesso allenatore prima di Modena, avviato con un ko in Coppa Italia contro la Fidelis Andria e passato per 40 vittorie, più del 50% del totale, con 23 pareggi e 13 sconfitte a completare il quadro. La promozione in B era arrivata al primo colpo, ora il campionato dice addirittura che il Bari – attraverso i playoff – può ripetersi. Con compattezza e spirito di gruppo: qualità richieste a gran voce dalla tifoseria organizzata nel corso della festa di San Nicola con una torciata nella città vecchia.