Gli appelli a lasciare l’auto a casa naturalmente restano sempre validi ma, è inutile nasconderlo, non reggono più per una città come Andria che ha una intelaiatura sociale e commerciale molto complessa. Bisognerebbe fare una analisi più profonda del perché in questi giorni il traffico sia completamente in tilt e non solo per le chiusure di diversi attraversamenti carrabili come quelli di via Barletta, via Vecchia Barletta (sostituiti da una rotatoria in via Lissa) e via Bisceglie. Questa mattina, per esempio, sia via Puccini, in direzione via Corato, che viale Istria all’intersezione con viale Alto Adige, sono parzialmente bloccate a causa di lavori rispettivamente ad una palazzina privata e ad alcune condutture pubbliche. E’ chiaro che il forte stress alla viabilità di Andria non può sostenere certamente il carico di cantiere più o meno grandi ma che sbucano in punti davvero importanti per i percorsi alternativi da percorrere con le chiusure di questi giorni.
Coordinamento e buon senso sono le parole che probabilmente stanno mancando nell’approccio a queste chiusure. Vedasi, per esempio, la situazione della rotatoria di via Lissa la cui viabilità modificata è stata approvata dalla giunta solo ieri a circa una settimana dall’attivazione. Si parla finalmente anche di un passaggio pedonale che al momento non esiste. Insomma una situazione che probabilmente andava gestita a monte con più coordinamento e buon senso.
Che i lavori di interramento avrebbero creato disagi, anzi grandi disagi, era notorio da tempo. Ma il problema non può essere affrontato solo chiedendo di lasciare a casa l’auto tra le altre cose in una città in cui le piste ciclabili mancano o comunque quelle poche che ci sono restano a senso unico e con pochissima segnaletica. C’è anche un sistema di bus pubblici tutto da immaginare nuovamente probabilmente imparando dalle grandi città e mettendo in rete almeno i tre co capoluoghi della Provincia BAT. In questo modo e con coordinamento e buon senso, probabilmente, anche le chiusure di questi giorni inevitabili sarebbero state decisamente più facilmente smaltite e con disagi meno evidenti per la popolazione.