Rabbia, dolore e voglia di giustizia, perché non si può morire in sella alla propria bicicletta, tamponati da un’auto, senza che l’automobilista si fermi per dare soccorso. Parlano chiaro gli occhi di Vincenzo De Benedictis, figlio di Giovanni, il 77enne di Capurso deceduto, il 26 maggio scorso, dopo essere stato investito da un’auto pirata, al momento ancora ricercata, alcuni testimoni parlano di una Mercedes Classe B. La vittima, un imbianchino in pensione con la passione per la bicicletta, stava percorrendo, attorno alle 8.30 circa, la strada provinciale 240 tra i comuni di Rutigliano e Conversano quando un’auto l’ha tamponato e fatto sbalzare dalla sella: l’impatto sull’asfalto gli è stato fatale. La Procura di Bari ha ovviamente aperto un procedimento penale per l’ipotesi di reato di omicidio stradale con le aggravanti della fuga e dell’omissione di soccorso, al momento contro ignoti, data anche l’assenza di videocamere su quel tratto di strada. Ecco perché Vincenzo ha voluto fare un appello a chiunque abbia visto qualcosa.
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