Un atto intimidatorio, aggravato dal metodo mafioso. Claudio Pellegrino e Marco Di Gennaro sono stati condannati a sei anni e tre mesi di carcere ciascuno in relazione ad un episodio avvenuto il 7 agosto del 2014 a Canosa di Puglia. Il gip del Tribunale di Bari Anna De Simone li ha riconosciuti colpevoli di minaccia aggravata a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato: in sella a una moto di grossa cilindrata avrebbero esploso una serie di colpi di pistola calibro 9 all’indirizzo dell’auto di un ispettore di Polizia in servizio nel Commissariato canosino. Il veicolo, parcheggiato a pochi passi dall’edificio, fu crivellato di proiettili. Il mezzo a due ruote e l’arma furono subito abbandonati e ritrovati dai poliziotti il giorno successivo in un fondo nelle campagne canosine. Gli accertamenti balistici hanno consentito di stabilire come la pistola fosse stata utilizzata in occasione di azioni estorsive nei confronti di imprenditori e commercianti a Canosa e nel potentino.
Pellegrino e Di Gennaro, già detenuti per altri reati, sono stati giudicati con il rito abbreviato. Decisive le immagini delle telecamere a circuito chiuso del Commissariato e le informazioni fornite agli investigatori da un collaboratore di giustizia.