Sette giorni di riflessioni, ricerca di nuovi equilibri, studio del materiale a disposizione. Sono stati quelli vissuti da Pasquale Marino, allenatore catapultato nella realtà di Bari in poche ore. Dal telefono che squilla, con il ds biancorosso Ciro Polito dall’altro capo, al viaggio all’alba in aereo verso la Puglia fino al primo allenamento e alla presentazione. Con pochi concetti, quelli che sintetizzano le sue idee: un Bari sbarazzino, che guardi più verso la porta avversaria che non alle sue spalle. Stille di coraggio nelle vene di una squadra che più di una volta nella prima parte di stagione è sembrata impaurita, diversa, a tratti svuotata dei contenuti che l’avevano caratterizzata e portata a un passo dalla Serie A nella scorsa stagione. Bari ha accolto Marino in maniera tiepida: poche decine di tifosi martedì scorso all’antistadio, un dibattito confinato sui social network, la voglia di vedere qualcosa di diverso sul terreno di gioco. Una sorta di indifferenza, rivolta alla società e di riflesso sulla squadra. Gli stessi attori che dovranno ribaltare classifica e umori.
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