Michele Nardi torna in libertà dopo due anni e mezzo tra carcere e domiciliari. La decisione nei confronti dell’ex gip del Tribunale di Trani è stata presa dal Tribunale del Riesame di Lecce. La Cassazione aveva chiesto per tre volte ai giudici leccesi di motivare meglio il rigetto dell’istanza della difesa di Nardi, al centro dell’inchiesta sulla “Giustizia svenduta” coordinata dalla Procura di Lecce che ha scosso gli ambienti della magistratura tranese. Questa volta l’istanza del difensore è stata accolta, ed il Riesame ha annullato i domiciliari con braccialetto elettronico.
Michele Nardi è stato condotto in carcere nel gennaio 2019 con le accuse di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale, insieme al collega pm tranese Antonio Savasta. Quest’ultimo, condannato a 10 anni di reclusione con rito abbreviato, e che in parte ha collaborato con la magistratura inquirente, resta invece ai domiciliari. Nardi si è sempre difeso nel processo, ma la sua versione almeno in primo grado non aveva convinto il Tribunale di Lecce. Pertanto a novembre 2020 è stato condannato a 16 anni e 9 mesi insieme all’ex ispettore Vincenzo Di Chiaro (9 anni e 7 mesi), all’avvocatessa barese Simona Cuomo (6 anni e 4 mesi), a Savino Zagaria (ex cognato di Savasta, 4 anni e 3 mesi) e Gianluigi Patruno (5 anni e 6 mesi).