Incendio doloso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto di armi da fuoco, usura. Con queste accuse la Polizia, a Taranto, ha dato esecuzione a 7 misure cautelari emesse dal gip del Tribunale tarantino: 6 persone sono finite in carcere, per un’altra è stato disposto l’obbligo di presentazione. Le indagini sono scaturite da due incendi dolosi appiccati il 31 gennaio e il 2 febbraio 2022, all’interno del parcheggio di una concessionaria e nei pressi dell’abitazione del titolare della stessa, in cui vennero distrutte quattro auto di alta gamma, oltre ad altri diversi danni. Gli investigatori hanno individuato i presunti responsabili grazie alle telecamere di video sorveglianza e alle intercettazioni telefoniche. Il mandante di quegli incendi, secondo quanto ricostruito, sarebbe il titolare di una concessionaria concorrente a quello della vittima, tra l’altro ritenuto vicino ad ambienti della criminalità tarantina. Una lunga e complessa indagine che ha portato alla luce una fiorente attività di usura. In un caso, a fronte di un prestito di 7mila euro, gli indagati avrebbero preteso (con tanto di minacce) la restituzione di una somma pari a 10 mila euro. Oltre alle sette misure cautelari, gli agenti della Squadra Mobile jonica hanno sottoposto a sequestro preventivo un locale oggetto di una presunta estorsione aggravata dal metodo mafioso che, nel frattempo, era stato acquisito in locazione proprio da una società riconducibile al soggetto affiliato ad un noto clan del Tarantino.
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