Resta in carcere il presunto assassino di Michele Placentino, il 34enne ucciso la sera del 2 febbraio scorso, alla periferia di San Giovanni Rotondo. Il Gip del Tribunale di Foggia, Antonio Sicuranza, ha convalidato il fermo nei confronti del cugino della vittima, Michele Piano, di 50 anni, accusato di aver esploso i colpi mortali. L’indagato, che attraverso il suo legale si è dichiarato estraneo ai fatti, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice, durante l’udienza di convalida, tenutasi nel pomeriggio di ieri.
L’uomo è accusato di omicidio volontario, aggravato dai futili motivi. Nelle 17 pagine del decreto, con il quale è stato convalidato il provvedimento di fermo, si parla di “condotta brutale” da parte del 50enne, che si sarebbe trasformato in un “feroce assassino” per un banale litigio, nel quale peraltro, in base a quanto emerso finora, non era neanche direttamente coinvolto.
Il delitto è avvenuto in un appartamento al secondo piano di una villetta di via Papa Paolo VI, dove Michele Piano viveva assieme alla sua compagna. Secondo la ricostruzione, in casa ci sarebbero state almeno cinque persone, tra le quali un uomo accusato dalla vittima di aver importunato sua moglie. Tra i due sarebbe nata un’accesa discussione nella quale si sarebbe intromesso il 50enne, che avrebbe estratto una pistola ed esploso i colpi, ferendo mortalmente il cugino al collo e all’addome. Circostanza questa negata dall’indagato che, nelle ore successive al fatto di sangue, è stato rintracciato dai Carabinieri in un’altra casa di campagna. L’uomo è stato ripreso in auto da alcune telecamere di sorveglianza, installate sia nei pressi della villetta che nel centro abitato di San Giovanni Rotondo.
Una sesta persona, immortalata dai sistemi di videosorveglianza della zona mentre si allontanava dalla scena del crimine a bordo di un’auto bianca, non sarebbe stata ancora individuata.