Concedevano prestiti ad imprenditori in gravi difficoltà economiche, applicando tassi di interesse che arrivavano fino ad oltre il 350%. È quanto scoperto dai militari della Guardia di Finanza di Taranto che, al termine di una lunga indagine, condotta assieme al nucleo di Polizia Economica-Finanziaria di Lecce, hanno arrestato sette persone. Cinque sono finite in carcere e due ai domiciliari con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere, usura aggravata, estorsione, riciclaggio, oltre che di trasferimento fraudolento di valori.
Le misure cautelari sono state emesse dal Gip del Tribunale del capoluogo ionico, su richiesta della Procura tarantina.
L’attività investigativa, avviata nel 2021, ha fatto luce su una rete di usura che coinvolgeva imprenditori e commercianti, tarantini e leccesi, per lo più operanti nel settore caseario ed in quello della pasticceria fresca. A fronte di prestiti di denaro di alcune migliaia di euro, gli indagati imponevano tassi d’interesse esorbitanti, che toccavano anche il 354%.
Dall’inchiesta sono emersi anche alcuni episodi di riciclaggio ed autoriciclaggio, relativi a rapporti commerciali tra gli arrestati e le presunte vittime, oltre che l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Nel corso delle indagini, le Fiamme Gialle hanno eseguito perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di persone residenti nelle province di Taranto e Lecce. Agli indagati sono stati sequestrati beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 415mila euro.