E’ arrivata nelle scorse ore la sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato nuovamente il ricorso del comune di Andria dopo la pronuncia del TAR che aveva dato ragione alla ditta Doronzo nell’ambito del procedimento sulla variante urbanistica per la nuova bretella sud della tangenziale. E questa volta, almeno da un punto di vista legale, sembra esserci stata davvero l’ultima parola dopo una battaglia legale molto lunga partita ormai nel 2019 per un’opera il cui progetto preliminare fu approvato dalla Provincia BAT il 6 giugno del 2013.
I giudici hanno in sostanza confermato la bocciatura della delibera con la quale il consiglio comunale negava la variante urbanistica sull’opera per la seconda volta tra il 2021 ed il 2023. La delibera della massima assise comunale, tuttavia, viene dichiarata dal Consiglio di Stato illegittima rispetto al TAR che ne aveva dichiarato la nullità. Accolte in parte anche le controdeduzioni della ditta. Il commissario ad acta nominato per eseguire la sentenza a metà 2023, nel frattempo, ha comunque già riformato la delibera del Consiglio comunale dando il via libera definitivo alla variante urbanistica.
Un’opera osteggiata dal comune e dalla comunità cittadina solo a partire proprio dal 2019, spiegano i giudici nelle varie sentenze, troppo tardi rispetto ad una procedura che nel frattempo ha mosso passi decisivi verso la realizzazione. Una procedura che non si è mai arrestata e condotta dalla Provincia BAT assegnataria di un finanziamento di poco superiore ai 20 milioni di euro che resta comunque una cifra probabilmente insufficiente per realizzare i nuovi 9 chilometri di strada. In più c’è un problema di consumo del suolo su di un territorio di gran pregio per l’agricoltura andriese e, soprattutto, una interferenza importante con l’ipotetico nuovo ospedale. La strada nascente passa attraverso il parcheggio dell’attuale progetto preliminare del nosocomio e ci sarebbe anche il problema del distanziamento di 250 metri delle strutture ospedaliere dalla strada.
Tanti problemi che però, come hanno ricordato i giudici, arrivano tutti dopo un progetto già appaltato ed inserito nel piano strategico della Regione Puglia.