Che sia una notte o tutta la vita, cantava Alex Britti nel lontano 1998. Per Valerio Di Cesare, capitano del Bari, quel concetto sarà più che mai valido nella serata di Terni. Giovedì alle 20.30 il Bari si gioca la salvezza in Serie B e non avrà via diversa dalla vittoria per assicurarsela. Effetti dell’1-1 nel match di andata giocato al San Nicola e del peggior piazzamento in classifica in regular season rispetto agli umbri. Per Di Cesare quella del 23 maggio sarà una data pregna di significati: compirà 41 anni e lo farà in campo, quasi certamente nella sua ultima partita da calciatore. L’addio al San Nicola, dato giovedì scorso in un clima agrodolce con applausi commossi dagli spalti e lacrime del numero 6, ne è la prova.
Non chiudere con una retrocessione è l’unico diktat presente nella mente del capitano del Bari. Un’ossessione, che ha preso il, posto dell’obiettivo promozione che aveva aperto la sua stagione 2023/24. Dieci mesi dopo il ritiro di Roccaraso, il mondo biancorosso si è ribaltato e lo spauracchio della C ora è più che mai concreto. Anzi, se il Bari ha potuto strappare il pass per i playout buona parte del merito è dei quattro gol segnati in stagione da Di Cesare, decisivi per andare a punti contro Reggiana, Sudtirol, Parma e Brescia
Una certezza sullo sfondo, in un’annata pregna di incognite. Al di là del finale, la storia d’amore tra il Bari e Di Cesare resta una di quelle belle da raccontare: fatta di gesti autentici, ripartenze e senso di appartenenza. Quello a cui si appella il centrale romano per non rendere il suo ultimo ballo al Liberati una malinconica suonata.