Chiesto il rinvio a giudizio e un risarcimento per le parti civili da 2,5 milioni di euro nei confronti di Luigi Leonetti, l’uomo accusato di aver ucciso a coltellate la moglie 42enne Vincenza Angrisano il 28 novembre scorso ad Andria, nella loro abitazione. Giovedì 4 luglio si è tenuta l’udienza preliminare dinanzi al gup di Trani Ivan Barlafante. Il pubblico ministero Francesco Chiechi ha chiesto il rinvio a giudizio per Leonetti con l’accusa di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e di aver commesso il fatto davanti ai figli minori della coppia, di soli 6 e 12 anni. Restano in piedi anche le ipotesi di maltrattamenti in famiglia e lesioni colpose. Come noto, quel tragico giorno, fu lo stesso imputato – attualmente detenuto nel carcere di Lucera – a chiamare i carabinieri dopo aver commesso il femminicidio, ammettendo già al telefono le proprie responsabilità. Quanto alla richiesta di risarcimento per le parti civili da 2,5 milioni di euro, una buona parte è a una delle sorelle della vittima, affidataria dei due figli della Angrisano. Il gravissimo fatto si sangue si consumò nel tardo pomeriggio del 28 novembre nella casa dei coniugi, nei pressi della ex sp231, tra Andria e Corato. Qualche mese prima Enza Angrisano aveva annunciato al marito l’intenzione di voler chiudere la loro relazione, e di cominciare una nuova vita con un altro uomo. Per tale ragione Leonetti avrebbe reso la convivenza con la donna intollerabile, si legge nelle carte del pubblico ministero, a tal punto da disinteressarsi anche dei bisogni economici della famiglia. Rapporti totalmente incrinati e culminati con il femminicidio e la chiamata dell’uomo in cui confessava quanto aveva fatto.