Venti indagati, tra medici ed infermieri, per il decesso di Natascia Pugliese, la giovane di Cerignola morta lo scorso 4 settembre durante un intervento chirurgico in chirurgia toracica al Policlinico Riuniti di Foggia. La ragazza era ricoverata dallo scorso giugno in seguito ad un incidente stradale, avvenuto a Cerignola, mentre era a bordo del suo monopattino elettrico. La storia guadagnò nei giorni scorsi la ribalta mediatica per la violenta aggressione ai danni di medici ed operatori sanitari da parte dei suoi parenti, i quali una volta raggiunti dalla notizia del decesso si resero protagonisti di un vero e proprio raid al Riuniti, con un video che testimoniò lo stato di choc dei sanitari diventato virale e una vicenda che ha dato poi il via alla reazione dei sindacati del settore, che proprio ieri hanno scelto Foggia per una manifestazione di protesta che oltre a ribadire il no alla violenza ha inteso sollecitare le istituzioni, chiamate a tutelare il diritto della professione e ad implementare gli organici carenti di personale. I venti sono indagati per omicidio colposo. Quello firmato dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Foggia, Paola de Martino, va precisato che è un atto dovuto. Gli indagati dovranno ora decidere se nominare un consulente di parte che potrà eventualmente assistere all’esame autoptico. In tal senso nella giornata di domani sarà fissata la data di incarico dell’autopsia al professor Vittorio Fineschi. La famiglia di Natascia Pugliese è assistita dall’avvocato Francesco Santangelo.
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