Cronaca

Condannato per aver intascato una tangente, Lerario ottiene lo sconto di un anno grazie al volontariato

Mario Lerario, l’ex capo della Protezione civile pugliese arrestato il 23 dicembre 2021 per aver intascato una tangente da 20mila euro, dopo la sentenza di condanna a 5 anni e 4 mesi ha scelto la strada della beneficenza e del volontariato, facendo ammenda dei propri errori. Così facendo la sua pena è stata ridotta di un anno. La decisione è arrivata dalla Corte d’Appello di Bari, riconoscendo la disponibilità di Lerario a fare volontariato e opere di beneficenza. L’ex capo della protezione civile, in particolare, a breve inizierà a servire la comunità barese come volontario nella Cattedrale di Bari. Così i giudici, in secondo grado, gli hanno ridotto la pena a 4 anni e 4 mesi. Pentito anche l’altro imputato della vicenda, l’imprenditore Luca Leccese (colui che ha dato la tangente a Lerario): la sua pena è scesa da 4 a 3 anni.

Nelle motivazioni i giudici parlano di un vero atto di pentimento dei due imputati, i quali avrebbero rivisto le proprie condotte di vita, vergognandosene, e scegliendo l’attività di volontariato. Per i giudici un comportamento ritenuto virtuoso a fronte di un’azione illecita molto grave alle spalle. A pesare anche la decisione di entrambi di rinunciare ad impugnare le accuse.

Mario Lerario attualmente si trova agli arresti domiciliari, con permesso di lavoro. Per l’ex capo della protezione civile pugliese pesa un secondo filone giudiziario in cui ha ricevuto una seconda condanna per gli appalti affidati all’imprenditore Antonio Illuzzi. Leccese, invece, dopo la condanna in primo grado, è tornato libero. Sempre Lerario è coinvolto nell’inchiesta sugli appalti dell’emergenza, a partire dall’ospedale Covid della Fiera del Levante, su cui dopo la notifica della chiusura indagini è attesa la richiesta di rinvio a giudizio.

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