Una struttura trasformata in poco tempo da simbolo di vivacità e di legalità, ad oggetto di diatribe e oggi di denunce di oscurità che vanno chiarite. È quella incastonata all’interno di Parco San Felice, a Foggia, un anfiteatro concesso in comodato d’uso dal Comune di Foggia nel 2015 nell’ambito del progetto denominato Parcocittà. Gestita da un Ats, in questi anni è stata teatro di una serie innumerevole di iniziative. Ora però a volerci vedere chiaro è la tecnostruttura del Comune di Foggia, con la dirigente del servizio Cultura, Silvia Siciliano, che nei giorni scorsi ha scritto all’Ats e a sindaco e assessori alla cultura e alla legalità. Una lettera che peraltro segue tre note del dirigente dei servizi finanziari dell’ente, Carlo Di Cesare. Entrambi hanno richiesto la riconsegna dell’immobile e intendono capire meglio lo stato dell’arte. In primis comprendere se la concessione in uso del bene sia stata impropriamente autorizzata con delibera di giunta e non di consiglio. E poi ancora verificare le eventuali inadempienze che si sarebbero palesate nel corso degli anni in cui il concessionario ha gestito l’anfiteatro. Una storia sulla quale da tempo l’opposizione a palazzo di città ha chiesto di mettere sotto i riflettori.
Nella fattispecie dal 2016 al 2023 sarebbero stati versati al Comune di Foggia soltanto poco meno di 500 euro, a titolo di percentuale sugli incassi per gli eventi organizzati a Parcocittà. In più non ci sarebbero state volture e la stessa Ats avrebbe concesso la struttura a terzi senza che il Comune di Foggia ne fosse però a conoscenza. Una serie di criticità che ora andranno accertate.