Perde pezzi la maggioranza di centrosinistra di Andria che sostiene la sindaca Giovanna Bruno: da questa mattina non può contare più sui due consiglieri eletti nella lista Futura e che hanno espresso in giunta il vicesindaco Cesare Troia. Con una nota protocollata presso la presidenza del consiglio, indirizzata al sindaco, agli assessori, ai consiglieri e al segretario Generale, Vincenzo Montrone e Michele Bartoli si dichiarano indipendenti ed equidistanti da maggioranza e opposizione. Montrone e Bartoli parlano di sclerotizzazione del dibattito politico, ridotto a mera ratifica di decisioni assunte in contesti ristretti e personalistici, di sistematica mancanza di condivisione delle scelte strategiche, di assenza di un reale dibattito politico e di gestione personalistica. Quanto messo nero su bianco dai due consiglieri di futura, pare in seguito alla diffusione di un comunicato sulla vicenda LIDL di cui sarebbero restati all’oscuro pur risultando il loro partito cofirmatario della nota, impone alla sindaca di trovare una soluzione per ridare solidità alla maggioranza che ha scricchiolato numerose volte negli ultimi mesi. L’ultimo consiglio comunale, quello di lunedì scorso, si è chiuso per mancanza del numero legale e per una maggioranza che ora resta a 19, un raffreddore può significare non riuscire più a portare avanti provvedimenti essenziali: la sindaca potrebbe avviare dialoghi con singoli consiglieri. Ma l’indipendente Civita eletto nel centrodestra è ora sistemato nello staff del gruppo regionale di forza italia. Grumo di Azione è, insieme al consigliere di Fratelli D’Italia Barchetta, destinatario di una rimostranza legale da parte del fratello della sindaca nata proprio da vicende sviluppatesi in ambito politico. La Bruno potrebbe puntare a riprendere il dialogo interrotto con i 5 stelle che virutalmente conterebbero 4 consiglieri comunali ma sono divisi in due fazioni. Gli ammiccamenti con i fratelli Coratella sono andati avanti dall’inizio della consiliatura ma non hanno prodotto nulla ed ora la sindaca partirebbe da una posizione di debolezza se volesse riprendere quel dialogo. E anche se dovesse nascere un approccio con l’altra sponda dei grillini la conseguenza naturale è un rimpasto di giunta che farebbe precipitare la maggioranza nel vortice delle pretese di rappresentatività nella squadra di governo del sindaco.