E’ dura ma il calcio impone di guardare oltre. Il Foggia, stordito dal tragico incidente che è costato la vita a tre giovanissimi tifosi, dopo essersi stretto interamente attorno al dolore di familiari ed amici delle vittime, ricomincia a lavorare per preparare la sfida di domenica prossima, quando allo Zaccheria arriverà il Catania. Per la squadra di Capuano, reduce dal pari del Viviani col Potenza, un altro esame probante e l’occasione per misurarsi con una delle più accreditate pretendenti alla vittoria finale del campionato. La gara di Potenza, oltre alla lacrime, ha lanciato ulteriori segnali ed ha confermato un trend che apre le porte alla riflessione. Per la terza volta di fila nella gestione Capuano, il Foggia mostra due volti: abulico e apatico nei primi 45 minuti, intraprendente e vivace nella ripresa. Era già accaduto ad Avellino, si è ripetuto col Taranto e nuovamente al Viviani. In tutte e tre le occasioni Capuano ha mutato atteggiamento e uomini dopo l’intervallo. E le risposte sono arrivate proprio, paradossalmente, con il cambio di modulo. Difendere a quattro non è nelle corde del Capuano pensiero ma il paradosso è che il Foggia il meglio riesce a darlo proprio cambiando pelle. “Alleno una squadra camaleontica”, ha detto il tecnico nel post gara, lasciando comunque intendere che servirà ancora tempo per assorbire i suoi concetti. Intanto c’è apprensione per quelle che sono le condizioni di Salines, uscito malconcio dalla gara di domenica sera, così come Camigliano. La speranza è che gli infortuni non tengano i due a lungo lontani dal campo in un reparto che andrebbe, nell’eventualità, in piena emergenza e in cui si è già fermato, nei giorni scorsi, Ercolani.