Sono i suoni ancestrali della primordiale scultura in pietra sonante creata da Vito Maiullari, artista altamurano, posizionata nella stessa stanza in cui a dominare lo sguardo è “Ciò che resta”, il monumentale teschio di Paolo Grassino che a sua volta si relaziona con la forza evocativa e benefica della parola nelle proiezioni di Bianco-Valente. Siamo nei sotterranei del castello di Barletta dove dal 12 ottobre al 17 novembre è visitabile la mostra “Cornerstones” curata da Giusy Caroppo e promossa da Opera Omnia, progetto diretto da Francesco Asselta. Un’esposizione multidisciplinare dal forte impatto emotivo in cui trovano spazio le opere di 14 grandi artisti contemporanei
INTERVISTA A GIUSY CAROPPO (CURATRICE MOSTRA)
Il visitatore viene accolto dai personaggi ibridi e stranianti di Domenico Borrelli e dall’installazione “Bestiario Contemporaneo” del barlettano Raffaele Fiorella. Poi il viaggio tra i diversi linguaggi dell’arte contemporanea prosegue con il video pluripremiato di Maria Grazia Pontorno; i paesaggi urbani, culturali, evocativi della pittura calda di Pierluigi Pusole e la piattaforma di petrolio di Marco Neri; e poi ancora la fotografia antgropologica del maestro Antonio Biasucci, le estroflessioni cangianti di Giuseppe Teofilo, i mosaici incastonati in riviste contemporanee di Leonardo Pivi sino ai i giochi di sculture e materiali di Perino&Vele.
INTERVISTA A GIUSY CAROPPO (CURATRICE MOSTRA)
Nell’ultima sala, il mondo incantato di una antica gioventù sognante nell’ “Autoritratto all’età di 5 anni quando scopro Caravaggio e divento Pittore” di Nicola Verlato, opera messa a confronto con un videoclip ad alta carica suggestiva
INTERVISTA A GIUSY CAROPPO (CURATRICE MOSTRA)