“O riduci gli affari o contribuisci economicamente al sostentamento del clan”: sarebbe stata questa l’assurda richiesta ricevuta da un commerciante di Monte Sant’Angelo da parte di due uomini, arrestati nei giorni scorsi dai Carabinieri della Compagnia di Manfredonia, con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
In manette sono finiti un 18enne ed un 34enne, entrambi di Monte Sant’Angelo, raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Le indagini sono scattate a seguito delle dichiarazioni rese dal commerciante, al quale i due indagati si sarebbero rivolti nel tentativo di convincerlo, con le “brutte maniere”, a diminuire il suo volume di vendite, così da eliminare forme di concorrenza a vantaggio di esercenti compiacenti. In alternativa, la vittima avrebbe dovuto partecipare direttamente, attraverso un contributo in denaro, al sostentamento di alcuni affiliati al clan Li Bergolis-Miucci, recentemente arrestati in un blitz antimafia.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le pretese sarebbero state reiterate da parte dei due indagati, che si sarebbero rivolti, con le stesse modalità, anche ad un altro commerciante di Monte Sant’Angelo, a cui era stato richiesto di partecipare al pagamento delle spese legali ed al mantenimento di alcuni detenuti vicini al clan.
L’attività investigativa che ha portato ai due arresti – fanno sapere i carabinieri – è direttamente collegata all’inchiesta antimafia che, il 15 ottobre scorso, è sfociata nei 39 arresti eseguiti nell’ambito dell’operazione “Mari e Monti”, che ha inferto un duro colpo alla criminalità organizzata dell’area garganica.