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Riparte lunedì la mensa scolastica a Bisceglie: il Comune procede con l’affidamento diretto fino a dicembre, ma non si spengono le polemiche

La data è di quelle da cerchiare in rosso per genitori e alunni delle scuole biscegliesi primarie e dell’infanzia. Da lunedì prossimo, 4 novembre, riparte finalmente la mensa, di cui usufruiranno circa 1800 giovanissimi studenti. Giunge così al capolinea la lunga attesa per un servizio il cui tardivo ripristino ha determinato nelle scorse settimane parecchi malumori e polemiche sia in chiave politica e sia da parte dei genitori che ad inizio anno scolastico hanno optato per il tempo pieno dei propri figli.  

L’ufficialità della ripartenza della refezione è giunta attraverso la determina comunale con cui è stato ratificato l’affidamento diretto alla ditta Pastore srl, che già si occupava del servizio prima della sospensione, per l’erogazione complessiva di 33.333 pasti al costo unitario di 4,20 euro più iva. Pasti che dovrebbero coprire le esigenze degli alunni, “presumibilmente fino a dicembre”, sempre secondo quanto riportato testualmente nella determina. Da gennaio fino a maggiore 2025, invece, si dovrebbe procedere con una gara ponte sottosoglia, step che precederà l’assegnazione del servizio per quattro anni con una nuova gara d’appalto.

La riattivazione della mensa fa il paio con le novità, sempre annunciate dal sindaco, legate alla realizzazione di nuove mense, come quella prevista per il plesso scolastico “De Amicis”, dove il servizio mensa partirà l’11 novembre, ma anche presso la scuola di via Martiri di Via Fani, la scuola “Prof. Caputi” di via XXV Aprile ed il plesso “San Giovanni Bosco”.

Intanto nelle ore immediatamente successive la notizia dell’affidamento diretto del servizio si è registrato l’intervento del consigliere comunale di opposizione, Francesco Spina, soffermatosi sul corrispettivo totale per un importo inferiore di appena 1 euro e 40 centesimi alla soglia dei 140mila euro. “Quanto basta – ha commentato Spina – per non fare la gara pubblica e affidare viceversa a trattativa privata, alla stessa ditta dell’anno scorso, il vecchio appalto, ma a condizioni migliorative per la ditta e peggiorative per il Comune”.

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