La Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ha chiesto condanne dai 3 ai 20 anni di reclusione per 49 imputati coinvolti nel filone dell’inchiesta “Codice interno” riguardante, in questo caso, gli affari del clan mafioso Parisi-Palermiti del quartiere Japigia di Bari. In 49 sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, reati in materia di armi e droga, tentato omicidio, estorsione, minaccia, danneggiamenti e usura, con l’aggravante mafiosa. In questo filone non è contestato lo scambio elettorale politico mafioso, i cui arresti sono avvenuti a fine febbraio di quest’anno. La pena di 20 anni è stata chiesta per il boss Eugenio Palermiti, per suo figlio Giovanni, per Michele e Radames Parisi e per altri otto imputati considerati a vario titolo promotori, organizzatori, dirigenti e finanziatori dell’associazione (Raffaele Addante, Raffaele Castoro, Umberto Lafirenze, Filippo Mineccia, Michele e Sebastiano Ruggieri, Silvio Sidella e Francesco Triggiani). Il giudice per l’udienza preliminare, su richiesta degli avvocati difensori, ha anche acquisito l’ordinanza di custodia cautelare di Genova con cui, lo scorso 19 novembre, è stato arrestato in Liguria il collaboratore di giustizia barese Domenico Milella, per gli inquirenti ancora dedito allo spaccio di droga nella sua sede protetta. Milella, nel corso di oltre 4 anni di collaborazione, ha reso varie dichiarazioni importanti per ricostruire le dinamiche del clan di Japigia e per chiarire aspetti decisivi della guerra di mafia che ha interessato il quartiere nel 2017.
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