Potrebbero non aver funzionato i sensori che fanno scattare il riscaldamento e l’allarme nella culla termica in cui è stato trovato senza vita un neonato la mattina del 2 gennaio a Bari. È quanto emerso dalla consulenza di circa 3 ore che si è tenuta ieri nel locale che ospita l’incubatrice adiacente alla chiesa di San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco. Gli accertamenti affidati dalla Procura di Bari al professore di ingegneria elettrica del Politecnico di Bari, Saverio Mascolo, e al perito Luigi De Vecchis, hanno riscontrato che il materassino della culla non funziona e dunque neanche i sensori che dovrebbero attivarsi ogni qual volta rilevano un peso facendo partire la chiamata di emergenza al parroco don Antonio Ruccia, al momento indagato per omicidio colposo. Il quale ha sempre dichiarato che il suo telefono, la mattina del ritrovamento del neonato, non ha mai squillato. Gli accertamenti sul sistema di funzionamento della culla e dell’impianto di climatizzazione proseguiranno nei prossimi giorni. Dall’autopsia, infatti, è emerso che il bambino sarebbe verosimilmente morto per ipotermia. La relazione dei consulenti sarà pronta entro 20 giorni. Sul registro degli indagati è finito anche il tecnico Vincenzo Nanocchio che lo scorso 14 dicembre operò un intervento di manutenzione della culla sostituendo un alimentatore che non funzionava. Le indagini vanno avanti anche per identificare la mamma del neonato: nel fascicolo della Procura si ipotizza il reato di abbandono di minore seguito da decesso.
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