Ha confessato di aver ucciso Francesco Dogna, Antonio Rizzi, il 42enne di Bari con precedenti contro il patrimonio e maltrattamenti in famiglia, fermato dai carabinieri a Bitritto la sera di lunedì 13 gennaio. Secondo quanto appreso si stava preparando per fuggire nel Nord Italia o all’Estero. Avrebbe dunque ucciso il 63enne, sferrando 85 coltellate nell’abitazione della vittima a Santo Spirito, come emerso dall’autopsia. I militari sono arrivati al 42enne con un’indagine lampo basata anche sul contenuto del pc e del cellulare di Dogna. Determinanti anche le testimonianze di alcuni suoi amici e vicini di casa da cui era emerso che il 63enne era iscritto ad una app per incontri omosessuali e che avrebbe conosciuto lì Antonio Rizzi. In un’occasione Dogna aveva confidato ad un vicino che si trattata di una persona malavitosa di Japigia. E poi c’è l’analisi dei filmati delle telecamere che hanno accertato gli orari l’orario di entrata e di uscita del presunto assassino all’interno dell’abitazione della vittima e la successiva fuga a bordo di un’auto parcheggiata in una traversa poco distante, lo stesso punto dove sono state rinvenute numerose tracce ematiche. La targa dell’auto e i messaggi scambiati qualche giorno prima tra Rizzi e Dogna. Così è stato individuato il 42enne con il quale la vittima aveva una conoscenza che andava avanti da oltre dieci anni, nascosta ai famigliari. I due si incontravano saltuariamente nell’abitazione di Santo Spirito. L’ultimo incontro, il 7 gennaio. Poi la lite – secondo gli inquirenti – per incomprensioni relative all’uso di sostanze stupefacenti, poi le coltellate, più di ottanta, fatali per il 63enne. Il corpo è stato rinvenuto il giorno successivo. Antonio Rizzi, operaio con moglie e figli, attualmente in carcere, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. Nel decreto di fermo si legge anche che il movente potrebbe risiedere nella volontà di Rizzi di ottenere dei soldi da Dogna a causa delle difficoltà economiche in cui versava.