Perchè non si è pensato sin da subito ad utilizzare quei due milioni di euro destinati all’ASL BAT dalla Regione Puglia per potenziare il CAT e cioè i centri territoriali che si occupano di Autismo. E’ questa la prima domanda che si sono posti molti professionisti, genitori e semplici cittadini firmatari di una lettera aperta, che al momento non ha avuto risposte dalle istituzioni, come ci spiega Giuseppe Pugliese in qualità di rappresentante di un gruppo piuttosto eterogeneo formato da oltre 70 persone. La vicenda è ben nota e ne abbiamo parlato sin da novembre scorso quando proprio la ASL BT scelse di aprire una manifestazione di interesse con “l’obiettivo di verificare sul territorio soluzioni alternative” come avevano spiegato successivamente dall’Azienda Sanitaria Locale considerato che “non ci sono strutture pubbliche per dimensioni e per collocazione logistica adatte a realizzare il centro per l’autismo”. Da qui la scelta che è ricaduta sulla Fondazione Pugliese per le Neurodiversità nata nel 2018 su impulso dell’attuale presidente l’avv. Francesco Bruno e che nel 2020 ha ottenuto dal Comune di Andria, allora sotto gestione commissariale, l’assegnazione gratuita di un suolo su cui costruire un centro per la cura dei disturbi dello spettro autistico. Una situazione che però ha sollevato diversi dubbi (con un richiamo anche nella delibera regionale) e negli ultimi giorni stanno arrivando diverse reazioni sia dalla politica che dai professionisti del settore proprio come Giuseppe e gli oltre 70 firmatari di quella lettera aperta.
Una cosa su cui però non ci sono dubbi è l’importanza alla base dell’idea di un centro di eccellenza che permetta di dare percorsi gratuiti alle famiglie.
Come detto la vicenda ora si sposta anche sul piano politico con il primo intervento in ordine di tempo arrivato dal nuovo intergruppo consiliare bipartisan costituito dai consiglieri Michele e Vincenzo Coratella assieme a Michele Di Lorenzo e Gianluca Grumo che hanno parlato di un percorso tortuoso e di necessità di potenziare e valorizzare la struttura pubblica già operativa così come fatto dalle altre ASL pugliesi. Di poca trasparenza nello specifico hanno parlato alcuni dei partiti di centrodestra con a capo Fratelli d’Italia e Lega mentre una replica seccata è giunta dal Partito Democratico di Andria con il segretario Giovanni Addario che ha parlato di una “polemica strumentale ed infangante” a danno essenzialmente del Sindaco della Città Giovanna Bruno e nei confronti di un ente privato che già offre diversi servizi in questo campo. Dal PD poi si stigmatizza anche l’atteggiamento dell’ex capogruppo in consiglio comunale Michele Di Lorenzo che avrebbe, si legge, “prestato il fianco a questo gioco al massacro”.