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PoliticaPRIMOPIANO

La mozione “Forno crematorio” brucia ancora: il PD di Andria chiede provvedimenti su Vurchio e Di Lorenzo

“Hanno compromesso l’immagine e la stabilità del gruppo consiliare del PD”: con questa motivazione il capogruppo in consiglio comunale ad Andria Gianluca Sanguedolce ha chiesto formalmente alla commissione provinciale di Garanzia un esemplare provvedimento nei confronti del presidente del consiglio di Andria Giovanni Vurchio e del consigliere Michele Di Lorenzo entrambi eletti proprio con il PD. Secondo Sanguedolce, Vurchio e Di Lorenzo non sono più annoverati nel gruppo consiliare. La missiva indirizzata a Pasquale Di Fazio ma portata a conoscenza anche del segretario regionale De Santis, del segretario provinciale Lorenzo Marchio Rossi, al segretario cittadino Giovanni Addario e alla sindaca Bruno, cita come episodio degno di censura il fatto che Vurchio e Di Lorenzo abbiano votato a favore di una mozione proposta dalle opposizioni, quella inerente due progetti di partenariato pubblico-privato sul forno crematorio e sulla pubblica illuminazione. Pare quasi che ciò che contesta il capogruppo Sanguedolce sia un reato di opinione facendo cadere il PD locale in un cortocircuito rispetto ai declamati principi di antifascismo: Vurchio e Di Lorenzo hanno aderito all’iniziativa dei consiglieri del Movimento 5 Stelle Coratella Michele e Vincenzo e del rappresentante di Azione Gianluca Grumo, partiti che a livello regionale sono ben integrati nella maggioranza di Emiliano. Di Lorenzo ha formato con loro, successivamente, un integruppo per lavorare su temi come cultura, ambiente e salute. Anche questa circostanza è contestata da Sanguedolce che in questo fa eco ad un’altra posizione già assunta dal consigliere comunale, sempre del PD, Mirko Malcangi. Che in una nota diffusa qualche giorno fa contestava anche il segretario cittadino Giovanni Addario per aver sottoscritto il patto federativo con la lista civica Andria Bene Comune. “Il partito con chi ha discusso questa ipotesi? Dove? Quando?” chiedeva Malcangi prospettando la necessità di rivedere gli equilibri all’interno della maggioranza e quindi nella sua rappresentazione all’interno della giunta comunale nominata da Giovanna Bruno, sindaca sempre più sfiancata dalle diatribe tra i partiti della maggioranza che la sostiene.

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