A luglio Tfm sì, a settembre Tfm no. La polemica, nata dopo che il 27 luglio il Consiglio regionale della Puglia aveva reintrodotto il trattamento di fine mandato per i consiglieri pugliesi, si è chiusa nella seduta di martedì 21 settembre con l’abrogazione della norma, che prevedeva di fatto una liquidazione per tutti i consiglieri regionali.Se solo due mesi fa tutti d’accordo con la reintroduzione, nella seduta di fine estate si è votato all’unanimità anche per l’abrogazione di una norma che aveva fatto storcere il naso a molti cittadini, visto che l’indennità era stata abolita già nel 2012, in occasione del taglio dei costi della politica. Senza dimenticare che la norma era retroattiva e, dunque, aveva portato ex consiglieri a presentare domanda per ottenere quel trattamento che fino ad oggi spettava loro.
Un dietrofront che era nell’aria dopo che negli ultimi giorni lo stesso presidente Michele Emiliano, che non era presente in aula nella giornata di martedì per motivi familiari, aveva invitato la maggioranza a fare marcia indietro sulla norma. “Meglio rinviare la discussione ad un momento più favorevole – le sue parole – quando saranno diverse le condizioni economiche e sociali della Puglia”. Anche il voto del centrodestra era annunciato, visto che, compatto, aveva presentato, ad apertura della seduta del Consiglio regionale, un emendamento volto ad abrogare il trattamento di fine mandato.
La minoranza, però, avrebbe voluto che venisse approvato anche un emendamento sulla questione delle nomine dei consulenti da parte di Emiliano, in modo da mettere nelle condizioni il governatore di continuare a nominare assistenti di suo gradimento, ma a titolo gratuito, senza gravare sul bilancio regionale. Niente da fare su questo punto: articolo aggiuntivo respinto. Per protestare contro la mancata approvazione di quest’ultimo emendamento, Fratelli d’Italia ha abbandonato l’Aula.
Insomma, capitolo Tfm chiuso, almeno per il momento.