Una marcia silenziosa e ordinata, a capo della quale uno striscione bianco con la scritta “Giustizia per Fabiana”. Così la comunità di Turi, unitamente a familiari e amici giunti da più parti, ha inteso ancora una volta ricordare domenica pomeriggio Fabiana Chiarappa: partito dal centro della cittadina barese, il corteo ha raggiunto la Chiesa Madre per la messa di trigesimo in suffragio della 32enne soccorritrice e giocatrice di rugby deceduta il 2 aprile scorso in un incidente avvenuto sulla strada provinciale che collega Turi a Putignano.
Per l’accaduto è accusato di omicidio stradale, aggravato dalla fuga e dall’omissione di soccorso, don Nicola D’Onghia, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari a seguito dell’ordinanza disposta dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica.
Da quanto emerso dalle indagini, il sacerdote di Turi era distratto alla guida la sera del 2 aprile, quando a bordo della sua Fiat Bravo ha travolto e trascinato sull’asfalto la 32enne Fabiana Chiarappa. Era impegnato al telefono fino a 11 secondi prima del tragico impatto. Per ricostruire cosa lo abbia intrattenuto al cellulare, i magistrati hanno convocato in Procura i due sacerdoti con i quali, stando ai tabulati, don Nicola D’Onghia era in contatto in quegli istanti.
Tutto si è compiuto in una manciata di secondi. Dapprima don Nicola ha contattato telefonicamente un collega restando in conversazione per 2 minuti e 54 secondi. Dopo altri 24 secondi, chiusa la chiamata, don Nicola ha tentato di contattare tre volte un altro prete. In quegli attimi Fabiana Chiarappa, che viaggiava con la sua moto qualche metro davanti all’auto del parroco arrestato, ha perso il controllo del mezzo, schiantandosi contro un muretto a secco. E’ rimasta stesa sulla carreggiata e si è sfilata i guanti per chiamare i soccorsi. Intanto sullo smartphone del sacerdote è arrivato un sms. Infine, 11 secondi più tardi, il sistema di videosorveglianza del vicino distributore di benzina ha registrato l’audio della vettura di don Nicola mentre travolge il corpo della motociclista, senza purtroppo lasciarle scampo.



