Avranno meno di un mese per decidere se perdere il proprio posto di lavoro o accettare di abbandonare la sede di Molfetta dove hanno svolto le loro mansioni sino ad oggi per trasferirsi a Taranto o addirittura Palermo. Sono i 1500 dipendenti costretti a fare i conti con il nuovo piano industriale della Network Contacts, azienda leader nei servizi di assistenza tramite call e contact center che ha sede principale a Molfetta. Dall’Unione Sindacale di Base parlano di veri e propri licenziamenti camuffati, che fanno seguito alla proposta di un diverso calcolo del TFR previsto dal contratto nazionale e di un trattamento delle malattie brevi che andrebbero tutti a discapito dei lavoratori. Le lettere di trasferimento sono partite ieri. L’azienda parla di un piano di azioni correttive messo in campo per superare le difficoltà economiche in cui versa e garantire la continuità produttiva. Il piano prevede la creazione di centri specialistici monotematici nelle varie sedi nazionali: uno sorgerà a Palermo ed è quello relativo ai servizi di assistenza forniti a Wind3. Ed è nel capoluogo siciliano che molti dei lavoratori di Molfetta verranno indirizzati per continuare a svolgere le loro mansioni con la medesima retribuzione. L’altra destinazione è Taranto, centro specialistico per le commesse Enel. Una nuova organizzazione, scrivono dall’azienda, in grado di assicurare efficienza gestionale e aumento dei ricavi. “Una proposta inaccettabile – replicano invece dall’Unione Sindacale di Base di Molfetta e Taranto – per dei lavoratori che già nell’ottobre 2019 hanno dovuto subire un accordo “lacrime e sangue” voluto dall’azienda e sottoscritto da Cgil-Cisl e Uil per scongiurare oltre 500 licenziamenti”. Una crisi, dunque, che parte da lontano e che lo scorso mese ha comportato la cassa integrazione per centinaia di dipendenti. “Gli impiegati sono stanchi dell’arroganza aziendale – dicono ancora dall’Unione Sindacale di Base – che sta scaricando sulla parte più debole l’assurdo meccanismo ricattatorio e perverso degli appalti al massimo ribasso”. Domenica in programma un incontro congiunto tra lavoratori delle sedi di Molfetta e di Taranto per discutere della mobilitazione da mettere in campo per far fronte alla situazione, ribadire ancora una volta il NO al Piano industriale aziendale e per scongiurare altri accordi al ribasso. Le organizzazioni sindacali hanno anche proposto idee alternative (come lo smart working e l’esodo incentivato), tutte per il momento rigettate.
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