Per aumentare salari e pensioni, per fermare l’innalzamento dell’età pensionabile, per dire no al riarmo e investire su sanità e istruzione, per contrastare la precarietà, per vere politiche industriali e del terziario, per una riforma fiscale equa e progressiva. La CGIL scende in piazza e proclama un giorno di sciopero generale contro la manovra di bilancio 2026 del Governo Meloni definita ingiusta e iniqua. A Bari la manifestazione regionale, con delegazioni di lavoratori, pensionati, giovani, arrivati da tutte le province per partecipare al corteo arrivato in Piazza Libertà per i comizi finali, con le conclusioni affidate al segretario nazionale Cgil Christian Ferrari.
Per la Cgil “la narrazione di un Sud che cresce è un’offesa alla condizione di crescente disagio delle persone”. La Puglia dei 500mila lavoratori e lavoratrici con salari netti di 1000 euro al mese, la regione delle migliaia di pensionati a 700 euro, il territorio delle crisi produttive che coinvolgono oltre 22mila operai, con 19mila laureati under 34 sono andati via in due anni e dove una famiglia su quattro vive in condizioni di povertà relativa, “è dentro uno scenario nazionale di arretramento dell’industria, di inflazione che erode i già bassi redditi, di un sistema di tassazione che fa pagare di più a chi lavora o è in pensione e non a chi fa extraprofitti o ha redite e patrimoni milionari. Contro una manovra che investe solo in armi e definanzia sanità e istruzione pubblica, è giusto doveroso scioperare e stare in piazza”.



