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Andria, 100mila euro per vecchi espropri per la realizzazione di via Di Ceglie: stesso rischio anche per i PINQUA?

Una deliberazione del commissario ad acta per ottemperare una sentenza del 2020 costringerà il comune di Andria a pagare circa 100mila euro per l’esproprio di terreni, avvenuto 14 anni fa, nei confronti di diversi proprietari quando è stata realizzata la strada di collegamento tra via Di Ceglie, via Paganini e via Mozart. Una via inaugurata nel 2018 ma partita da un progetto del 2011 per un importo complessivo da quasi 2 milioni di euro e nato per migliorare la viabilità nella zona sud della città nei pressi della nuova stazione ferroviaria e di diverse sedi scolastiche. La vicenda però finì quasi subito nelle aule del tribunale proprio per via della richiesta dei proprietari di quei suoli di rideterminare l’indennità per via dell’esproprio. Da 30 euro, quanto proposto dall’ente comunale all’epoca, a 52 euro al metro quadro determinato invece nel 2020 da una ordinanza della corte d’appello di Bari poi confermata da una sentenza di ottemperanza del Tar Puglia del 2024.

E’ la via con la quale spesso si conteggiano i cosiddetti debiti fuori bilancio così come accaduto in questa occasione. Debiti nati da successive sentenze arrivate spesso dopo anni su di un argomento, in questo caso, a cui la città di Andria è particolarmente sensibile e divenuto spesso anche oggetto di campagna elettorale. Tra le altre cose sono circa 75mila gli euro corrisposti per i proprietari dei suoli. Per il resto, invece, si tratta di somme nate con interessi e spese legali.

In passato sorte simile era accaduta anche nel Quartiere San Valentino una delle situazioni che aveva proprio creato particolare discussione nelle precedenti campagne elettorali tra le diverse anime in procinto poi di sedersi a palazzo di città. Situazione che potrebbe anche in futuro considerato i diversi espropri effettuati per i progetti in corso di svolgimento nella città di Andria come per esempio i PINQUA dove nel complesso sono quasi un centinaio gli appezzamenti di terreno privati. Ed anche in questo caso, come previsto dalla legge, diversi proprietari hanno scelto di non accettare le somme proposte dall’ente comunale ma di chiedere una rideterminazione i cui contorni, però, saranno visibili solo nel prossimo futuro.  

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