Le disuguaglianze non sono un fatto ineluttabile, derivano da scelte politiche che hanno determinato negli anni cambiamenti nella distribuzione delle risorse e delle opportunità, e in quanto tali, possono essere contrastate. Di questo si è discusso a Bari con esperti di disuguaglianze provenienti dalle più rinomate università del mondo in una Conferenza Internazionale organizzata dal Dipartimento di Economia e Finanza di Uniba. Secondo il World Inequality Database negli Stati Uniti dal 1980 al 2022 l’1% più ricco della popolazione ha raddoppiato il suo reddito passando dal 10 al 20%, mentre l’1% più ricco al mondo è passato dal 16 al 20% di reddito. Stesso trend in Italia dove negli stessi anni l’1% più ricco della popolazione ha visto aumentare il suo reddito dal 5 al 14% (e la ricchezza dal 13 all 22%). Tendenza opposta per il 50% più povero che ha visto abbassarsi il reddito dal 22 al 15% e la ricchezza dal 12 al 2% nello stesso arco di tempo. Un altro dato allarmante per cui l’Italia registra il primato assoluto, riguarda la disuguaglianza ereditata. Secondo il GEOM circa il 40% delle disuguaglianze di reddito in Italia, infatti, sono spiegate dalla disuguaglianza dei punti di partenza sulla quale impattano oltre la famiglia, il genere, il paese o la regione in cui si risiede, il colore della pelle.
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