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Bari, la Commissione del Viminale termina indagine su presunte infiltrazioni mafiose: il dossier nelle mani del Prefetto

È terminato in questi giorni il lavoro della commissione d’accesso nominata dal Viminale per valutare eventuali infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione comunale di Bari.

La commissione, composta da Claudio Sammartino, prefetto in quiescenza; Antonio Giannelli, nuovo prefetto di Cremona e Pio Giuseppe Stola, maggiore della Guardia di finanza, era stata nominata il 22 marzo scorso poche settimane dopo l’operazione della Dda di Bari denominata ‘Codice interno’ che aveva portato all’arresto di 130 persone (tra cui Sandro Cataldo, marito della consigliera regionale Anita Maurodinoia, anche lei indagata, l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, la moglie ed ex consigliera comunale di Bari Maria Carmen Lorusso), ipotizzando un intreccio illegale tra imprenditoria, politica e criminalità, con fenomeni di voto di scambio politico mafioso.
 L’inchiesta aveva portato anche all’amministrazione giudiziaria dell’Amtab, la municipalizzata dei trasporti per presunte infiltrazioni mafiose in particolare nella gestione delle assunzioni.
In questi sei mesi di lavoro la commissione ha acquisito documentazioni, ascoltato gli inquirenti e i vertici politici e amministrativi del Comune che all’epoca era guidato dal sindaco Antonio Decaro divenuto europarlamentare.
Il dossier è ora nelle mani del prefetto di Bari, Francesco Russo, chiamato a fare le sue valutazioni e a formulare una sua proposta al ministero dell’Interno. Un eventuale scioglimento dovrà essere disposto con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’Interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla trasmissione della relazione. Il titolare del Viminale, Piantedosi, intervenuto di recente ad un convegno a Catanzaro, si è detto favorevole a meccanismi alternativi allo scioglimento dei Comuni, in caso di accertata infiltrazione mafiosa, misura che considera di extrema ratio solo per le situazioni gravemente compromesse. Ed è in quest’ottica, spiega Piantedosi, che andrebbe rivista la Legge sullo scioglimenti dei Comuni, favorendo misure di supporto e collaborazione a sostegno degli enti locali al fine di superare le anomalie e le criticità riscontrate

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