Erano le ore 14 del 12 marzo 1985 quando Sergio Cosmai, giurista nativo di Bisceglie, venne colpito da undici colpi d’arma da fuoco ad opera di alcuni sicari della ‘ndrangheta, nel cosentino, mentre andava a prendere la figlia dall’asilo. Il giorno dopo, il 13 marzo, perse la vita. A distanza di 36 anni la città di Bisceglie, su iniziativa dell’Istituto scolatico che porta il nome di Sergio Cosmai, ha voluto ricordare il proprio figlio, vittima di mafia, con una installazione presso la rotonda di via Giuliani. Si chiama “L’isola della legalità”, un vero e proprio monumento alla memoria del giurista biscegliese con le effigie di Sergio Cosmai accando ad altre vittime della mafia entrate nella storia della lotta alla criminalità organizzata: Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e Peppino Impastato. Un progetto, quello d’Istituto “Cosmai”, nato con una missione educativa soprattutto verso le nuove generazioni.
Alla cerimonia di inaugurazione dell’installazione era presente anche Tiziana Palazzo, vedova Cosmai, orgogliosa di un’iniziativa che dona lustro alla memoria del marito. Un segno tangibile della sua presenza che assume significato educativo.
L’idea è stata resa possibile grazie ai fondi di istituto e ai contributi PON. Tanta la commozione nel momento in cui la bandiera italiana ha svelato l’immagine di Sergio Cosmai. Un momento accompagnato da un lungo applauso. «L’esempio di Sergio Cosmai – ha spiegato Angelantonio Angarano, Sindaco di Bisceglie – fa parte del DNA della nostra comunità».